Università degli studi di Napoli Federico II

Recensione libro "Dalla sociolinguistica alla glottodidattica" di Matteo Santipolo

copertina Santipolo Dalla sociologia alla glottodidattica

Dalla sociolinguistica alla glottodidattica
 
Autore: SANTIPOLO M.

Torino, UTET 2002 - € 19,50

Il testo di Santipolo parte dalla definizione della sociolinguistica come disciplina che, ponendo la lingua al centro della propria analisi, studia i rapporti tra questa ed il contesto situazionale nel quale è collocata, mettendo a punto strumenti di indagine rigorosi e aderenti alla realtà. A differenza della linguistica teorica, che studia la struttura della lingua in una dimensione ideale e scevra da ogni possibile varianza (la saussuriana langue), la sociolinguistica assegna al parlante un ruolo centrale nell'ambito della lingua come fenomeno sociale (parole), avvalendosi altresì di discipline correlate come la linguistica antropologica o la dialettologia. Le implicazioni glottodidattiche derivanti dai vari aspetti esaminati vengono esposte a conclusione di ciascun capitolo.
Nella prima delle quattro parti del libro, dedicata ai lineamenti teorici, vengono esaminati con ricchezza di casi concreti concetti fondamentali come lingua, dialetto e varietà, ricompresi nella più ampia nozione di codice come sistema di regole.
La seconda parte tratta approfonditamente il tema della politica linguistica, ricordando i casi storici di pianificazione, variamente efficace, delle lingue: tra questi la riforma ortografica dell'inglese americano, avvenuta tra il XVIII e XIX secolo, o la creazione dell'esperanto. In stretta relazione a questo argomento viene affrontata la questione delle minoranze linguistiche, con una esauriente rassegna della variegata situazione esistente in Italia e nell'Unione Europea, e delle conseguenti implicazioni legislative e sociali.
Particolare interesse rivestono le tematiche affrontate nella terza parte, che approfondisce i concetti di variazione e di contatto linguistico. Santipolo delinea gli aspetti fondamentali dei fenomeni di variazione e della conseguente produzione di varietà, che possono diventare modello di riferimento (koineizzazione) o essere avvicinate alla varietà standard (standardizzazione). L'autore offre una panoramica completa dei diversi tipi di variazione, legata al contesto, al mezzo, al luogo etc.; definisce inoltre nozioni come quelle di gergo e microlingua, ed approfondisce gli aspetti culturali della lingua sessista e dei tabù linguistici. Ampio spazio viene riservato poi alla trattazione dei fenomeni che scaturiscono dal contatto tra lingue o varietà differenti, e che possono sfociare in un avvicinamento o un allontanamento tra i codici venuti a contatto. In tale ambito si collocano, ad esempio, i pidgin, che nascono come lingue di contatto ma vengono talvolta acquisiti come lingua materna (creoli).
La quarta ed ultima parte del testo approfondisce l'aspetto della glottodidattica, evidenziandone i punti di contatto con la sociolinguistica. La competenza sociolinguistica, intesa come conoscenza di regole di comunicazione, viene vista come obiettivo glottodidattico, da perseguire attraverso competenze dell'insegnante e strumenti didattici adeguati, ponendo particolare attenzione nella scelta delle varietà linguistiche da veicolare agli alunni.


Autore della scheda: Alessandra Melillo, Università degli Studi di Napoli Federico II