Università degli studi di Napoli Federico II

Recensione libro "Scuola di formazione di italiano L2/LS " a cura di Cennamo M., Lamarra A.

copertina libro

Scuola di formazione di italiano lingua seconda/straniera: competenze d'uso e integrazione
Curatori: Michela Cennamo, Annamaria Lamarra

Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane 2011 - € 18,00

Il volume raccoglie gli interventi svolti nell'ambito della scuola di formazione tenutasi presso l'Università di Napoli Federico II, a cura del Centro Linguistico di Ateneo. L'obiettivo fondamentale dell'iniziativa è quello di affrontare le tematiche inerenti alla nuova realtà con cui le istituzioni formative quotidianamente si confrontano, e che vede la presenza sempre più numerosa di discenti di origine non italiana. In tale contesto, la questione dell'insegnamento dell'italiano assume un significato particolarmente rilevante, poiché l'apprendimento della lingua assurge a strumento privilegiato per l'integrazione, nel rispetto del principio della parità linguistica tra i cittadini italiani stabilita dall'articolo 3 della Costituzione.
I contributi raccolti nel libro presentano diversi tipi di approccio alle tematiche dell'insegnamento, esaminando aspetti di metodo o più strettamente teorici.
Nel primo filone si colloca l'articolo di Patricia Bianchi, che si sofferma sull'utilità e sulle possibili modalità di insegnamento della grammatica a studenti non italofoni. L'autrice sottolinea l'opportunità della didattica della grammatica, non con intenti normativi ma nell'ottica di una riflessione linguistica basata sulla selezione delle priorità comunicative. Altrettanto necessario è ritenuto lo studio comparato tra le grammatiche di lingue diverse, allo scopo di porre in luce le diversità di categorie morfologiche.
Sulla ritrovata attualità dell'insegnamento grammaticale si concentra anche il contributo di Elena Maria Duso, che suggerisce un'intensa interazione in classe attraverso l'utilizzo di esercizi, ampiamente esemplificati nel testo. La mancanza di una tradizione di insegnamento formale della grammatica caratteristica di molti Paesi rende necessaria una appropriata e comprensibile terminologia metalinguistica, che consenta ai discenti di assimilare concetti molto distanti dalla loro L1.
Lo studio della fonetica, e l'importanza che esso riveste nella didattica della lingua, è invece il punto focale dell'intervento di Pietro Maturi. Tale aspetto, trascurato nell'insegnamento dell'italiano L1 e poco curato anche nell'italiano L2, emerge dalla constatazione della primarietà degli usi orali, sia a livello individuale che nell'evoluzione della lingua. La mancata consapevolezza degli aspetti fonetici comporta fenomeni come l'ipercorrettismo o un uso errato della lunghezza vocalica e consonantica.
Tra i contributi incentrati specificamente sul lavoro in aula, l'articolo di Giuseppe Caruso illustra fondamenti e modalità pratiche dell'uso del cinema come supporto didattico per l'italiano L2. Tale metodo, affermatosi negli anni Sessanta del secolo scorso grazie alle teorie dell'approccio comunicativo, presenta significativi vantaggi: attraverso il materiale cinematografico è infatti possibile presentare un'ampia varietà di modelli linguistici e comunicativi, oltre a confrontare modelli culturali e sociali di Paesi diversi. Viene inoltre illustrata la preparazione di un'unità didattica a partire dallo stralcio di un film, avvalendosi anche delle possibilità tecniche offerte dall'evoluzione del formato VHS in DVD.
Patrizia Giuliano riporta invece la sua esperienza di esercitazioni narrative con due gruppi di apprendenti, di cui uno di cingalesi e l'altro di ucraini. I discenti si confrontano con racconti fittizi e biografici, sperimentando così l'uso delle forme verbali riferite al passato. Da questo processo emergono le diverse preferenze per i tempi semplici o composti, con generale prevalenza dei secondi, il cui utilizzo è percepito come più semplice e chiaro.
L'intervento di Anna Rita Tamponi, inoltre, presta particolare attenzione all'apprendimento dell'italiano come strumento di integrazione degli alunni stranieri, obiettivo che si realizza tra l'altro attraverso il conseguimento delle abilità di scrittura. Il metodo suggerito dall'autrice è quello del Task based language teaching, nel quale il compito da eseguire, orientato verso aspetti pratici e concreti, viene attentamente pianificato. La scelta delle risorse e delle strategie da utilizzare per lo svolgimento del compito assegnato favorisce l'acquisizione di nuove conoscenze e la costruzione dell'interlingua, come illustrato negli esempi che corredano il testo.
Altri interventi si segnalano per un'analisi prevalentemente mirata ai fondamenti teorici. Tra questi si colloca l'articolo di Nicola De Blasi, che, partendo dai dati sulla presenza degli immigrati a Napoli, pone in luce la necessità per il linguista di non limitarsi ad uno studio descrittivo, ma di ampliare la propria visione in senso dinamico e storico. Sottolinea altresì come la conoscenza dell'italiano sia alla base dei processi di internazionalizzazione per le comunità straniere che vivono nel nostro Paese.
L'intervento di Livio Gaeta si prefigge, d'altra parte, di dimostrare l'utilità dello studio della linguistica nella pratica dell'insegnamento delle lingue. A tale scopo illustra le modalità di formazione e le proprietà dei composti in italiano, esaminandone nel dettaglio le caratteristiche ed il rapporto tra l'aspetto morfologico e quello sintattico. Attraverso il confronto tra i meccanismi analoghi esistenti nelle varie lingue, è possibile per il discente acquisire maggiore consapevolezza delle somiglianze e delle differenze rispetto alla propria L1.
Il contributo di Adam Ledgeway, infine, mette l'accento sul ruolo del dialetto nell'apprendimento dell'italiano L2, sottolineando l'importante influenza dei dialetti nella storia linguistica d'Italia. La disamina di Ledgeway, incentrata sul dialetto napoletano, evidenzia fenomeni lessicali di entità tale da non inficiare la comprensione, mentre le differenze più notevoli emergono sul piano morfosintattico.


(Scheda di Alessandra Melillo amelillo@unina.it)