Università degli studi di Napoli Federico II

Recensione libro "Scuola di formazione di Italiano lingua seconda/straniera" terza ed. a cura di Dolci R. e Caruso G.-

copertina libro

Roberto Dolci e Giuseppe Caruso (a cura di)

Scuola di formazione di Italiano lingua seconda/straniera: competenze d'uso e integrazione. Terza edizione

Edizioni Scientifiche Italiane - Napoli 2013- pp. 151 Euro 17

Il testo raccoglie i contributi presentati alla terza edizione della Scuola di formazione diItaliano come lingua straniera organizzata dal Centro Linguistico dell'Università Federico II di Napoli.
I saggi ruotano intorno ad alcuni dei punti nodali della moderna glottodidattica, centrata sull'apprendente e sui suoi bisogni linguistici ed extra linguistici.
Paolo E. Balboni
apre i lavori con una riflessione sul compito dell'insegnante di coinvolgere emotivamente lo studente, rendendolo motore del percorso di apprendimento. Il contributo parte da una ricognizione teorica sulle emozioni come risposte adattive della mente alle pressioni esterne. Da Platone e Aristotele, a MagdaB. Arnold e Damasio, il lessico emotivo appare modellabile anche sul contesto della classe e su una gestione del gruppo proficua o dannosa. L'originalità risiede nella proposta di riutilizzo di un modello triplice di emozioni molto antico, ovvero quello di Eros, Pathos ed Epithymia: Amore, Sofferenza e Desiderio. Il collegamento con la didattica linguistica sarebbe evidente nel desiderio di imparare, modificando l'architettura cognitiva della mente e quella biochimica del cervello, affinché emozioni e motivazione viaggino subinari paralleli, in linea con l'appraisal (apprezzamento positivo) e l'arousal (reazione positiva).
Sui bisogni e i piaceri dell'apprendente si concentra anche Giuseppe Caruso, insegnante diitaliano L2 e formatore di insegnanti. A partire dalla pratica in classe, evidenzia come l'uso di tecnologie vicine al mondo degli studenti universitari in mobilità internazionale, consenta un irrobustimento della motivazione oltre che un contatto diretto e concreto con la lingua target. Le funzioni comunicative e il lessico settoriale sono presentati allo studente in un formato "familiare" grazie al supporto del cinema e della ripresa video. Se l'input fornito è importante, l'autore sottolinea quanto non lo sia meno l'output, ovvero la rielaborazione scritta-orale e individuale-collettiva degli apprendenti che 'alternativamente' da attori diventanto registi in un projectwork.
Con Isa Malavasi il progetto di realizzazione di unvideo-spot, si sposta in una scuola materna: quasi cinquanta studenti coinvolti, alcuni stranieri, con l'obiettivo finale di realizzare un prodotto dal titolo "Il benessere a km 0"che intreccia lingua, cultura, codiciverbali e non, in linea ideale con quel 'sapere', 'saper fare' e 'saper essere', auspicati anche dal Quadro Comune di Riferimento per le Lingue, firmato dal Consiglio d'Europa.
Dal video, allo spot, alla realizzazione di una pubblicità il passo è ad opera di Elisabetta Pavan. Il suo contributo tende a enfatizzare i benefici raggiungibili con attività didattiche coerenti con l'approccio comunicativo, umanistico, affettivo, facilmente reperibili in rete. Secondo l'autrice, l'uso della pubblicità in classe permette di integrare il trasferimento di contenuti linguistici insieme allo sviluppo di competenze legate alla comunicazione non verbale, quali la prossemica, la cinesica, la vestemica, l'oggettuale.
Con Maurizio Piscitelli, invece, il filo conduttore diventa l'immigrazione e l'analisi delle complessità che riguardano l'inserimento dei migranti in contesti didattici italiani. Dopo la presentazione dei dati statistici sulla presenza straniera nel nostro territorio, l'autore si sofferma sugli aspetti normativi dell'obbligo scolastico dei piccoli immigrati e su quanto stabilito dal MIUR in materia. Segue una descrizione di progetti finalizzati al superamento delle criticità frutto di sinergie tra enti pubblici e privati. L'articolo sottolinea la necessità di una formazione specifica per gli insegnanti che tenga conto dellametodologia (capacità di semplificare i contenuti presenti nei libri di testo) e della didattica della lingua straniera, così come delle linee guida dell'educazione interculturale.
Elisabetta Chiacchella
tocca il tema della motivazione da una prospettiva essenzialmente pragmatico-didattica. Alcentro del suo contributo c'è l'analisi di un testo autentico utilizzato inclassi di italiano di livello C1-C2 all'Università per Stranieri di Perugia. Grande rilievo è dato alla preparazione dietro le quinte del docente, il quale,dosando scientemente gli ingredienti della ricetta linguistica, arriva a nonesaurire, ad esempio, una spiegazione grammaticale in due ore, ma a reiterare, ricontestualizzare e consolidare l'argomento affinché venga fatto proprio dallo studente.
Silvana Marra ritorna sul tema dell'integrazione sociale, ma nel segno di una pedagogia interculturale. Per ovviare al problema dell'isolamento dello straniero nei contesti scolastici, l'autrice chiama in gioco unadidattica linguistica che preveda l'utilizzo delle lingue di immigrazione,ribaltando i rapporti di minoranza e di emarginazione dello studente straniero. Si prospetta come benefico un cambio di prospettiva, sia dell'insegnante chedeve diventare l'agente di cambiamento di un sistema ancora troppo eurocentrico, sia dei materiali didattici che devono essere coerenti con una'strategia dell'accettazione' delle diverse soluzioni proposte dagli studenti.
Chiude la raccolta il contributo di Paola Celentin che si concentra sullo studio dell'italianoda parte di apprendenti slavi. La natura della riflessione, storica elinguistica al tempo stesso, non evita cenni geografici sui Paesi dell'Ex-Unione Sovietica per poi enucleare le criticità sul fronte didattico, quali i problemi di grafia e fonetica, di morfologia, di sintassi e stile, dovuti principalmente alla distanza tipologica delle lingue. Il filo rosso che sembra tenere insieme i singoli contributi è l'aspetto culturale da sottendere ad ogni insegnamento linguistico che voglia essere autentico. In un contesto sociale che ci vede sempre più cittadini del mondo, il ruolo del docente di lingua brilla di luce propria in quanto interprete di codici linguistici, di cambiamenti generazionali e di culture profondamente diverse. Risultano inoltre indispensabili, affinché il profilo dell'insegnante sia completo, un'alta considerazione della diversità, il rispetto per stili di apprendimento diversi, le competenze tipologiche e di linguistica acquisizionale alla base di una corretta analisi di bisogni e aspettative di un pubblico di apprendenti sempre più multiculturale.


(Scheda di Rosa Chiara Vitolo)